lunedì 22 settembre 2014

Incenso Ed Equinozio D'Autunno



Fra il 22 e il 23 Settembre inizia per il calendario astronomico la stagione dell’Autunno. Diverse culture la considerano un lungo periodo di transizione tra il Solstizio d’Estate (21 Giugno), in cui il Sole ha raggiunto l’apice della propria luminosità, e il Solstizio d’Inverno (21 Dicembre) che al contrario vede il massimo prevalere della notte sul giorno.

L’Equinozio d’Autunno si trova nel centro esatto fra i due estremi, segnando il punto ove le due polarità si incontrano prima di tornare a separarsi nuovamente. Come già accaduto nell’Equinozio di Primavera (21 Marzo), la durata del giorno è uguale (equus) a quella della notte (nox) e le loro energie irradiano in perfetto equilibrio. Questa volta però ci troviamo nell’arco calante del ciclo Solare, il che conferisce un grande significato alla stagione autunnale: è infatti il periodo che più di tutti induce alla riflessione e alla valutazione consapevole di quanto abbiamo costruito fin’ora. Le soddisfazioni ottenute, quali progetti sono andati diversamente dai piani primaverili, in cosa divergono, quali aspetti di noi dobbiamo consolidare e quali invece vanno scartati perché ci sottraggono energie utili.

In Autunno dobbiamo individuare i legami energetici logori che trattengono la nostra forza vitale per poterla liberare e riacquisire, proprio come le foglie cedono la linfa all’albero da cui l’hanno ricevuta affinché resista al gelo invernale. E’ il momento giusto per depurarci dalle scorie accumulate nel primo semestre dell’anno, siano esse fisiche, emotive, psichiche o spirituali. Questo processo coinvolge tutti i piani dell’essere, e due segni zodiacali in particolare ci forniscono indicazioni su come svolgerlo: parliamo di Vergine e  Bilancia.

In alto, da sinistra: glifo della Vergine
e Vesica Piscis. Sotto: campi arati
La Vergine (23 Agosto – 23 Settembre) è l’ultimo segno estivo: durante la sua reggenza si vendemmia  l’uva e si raffina il grano raccolto tra luglio e agosto, liberando i chicchi dalle parti esterne grossolane; ancor più importante, si dissoda il terreno per prepararlo ad ospitare le nuove sementi: ecco perché l’elemento attribuito alla Vergine è proprio la Terra.
La grafia del glifo richiama i solchi paralleli lasciati dall’aratro nel terreno, a fianco dei quali giace un piccolo seme pronto ad essere piantato. Un’altra interpretazione lo vede come il connubio tra una M, dalla Mèm ebraica legata all’acqua e al ventre, con una Vescica Piscis, simbolo femminile di accoglienza e fecondità.

Questa visione suggerisce che se il primo semestre dell’anno è stato rivolto all’esterno (Primavera –  inizio dei propri progetti; Estate – espansione di Sé), i sei mesi successivi ci invitano a scavare in noi stessi per rinnovarci dalle fondamenta: per farlo abbiamo bisogno di costruirci un quadro generale delle componenti che più influenzano la nostra vita, come persone, eventi, obiettivi e via dicendo. In secondo luogo dovremo considerare le scelte compiute fino a questo momento, riflettendo con sincerità sulle vere motivazioni per cui le abbiamo intraprese. Particolare attenzione andrebbe posta su chi o cosa hanno coinvolto, in che modo ma soprattutto quali conseguenze hanno prodotto, sia positive che negative: tutto questo fornirà diversi spunti sugli aspetti di noi che possiamo conservare, quali vanno migliorati e di quali invece dobbiamo liberarci. In quest’analisi saremo supportati dall’archetipo della Vergine che dona accuratezza, oggettività e precisione; prestiamo solo attenzione a non cadere nei classici difetti del segno, cioè perfezionismo ed eccessiva attenzione ai dettagli: rischiamo infatti di rimanere bloccati sul percorso per timore di non aver esaminato tutto abbastanza attentamente.

In alto: glifo e icona della Bilancia.Sotto: Sole che cala all’orizzonte
Con l’Equinozio d’Autunno si entra nel segno della Bilancia (23 Settembre – 22 Ottobre), il cui ricorda sia l’omonimo oggetto un Sole al tramonto, quindi calante. Il suo archetipo ci parla di armonia a vari livelli: gli antichi lo associavano ai Reni, gli organi che hanno il compito di mantenere in equilibrio tutti i valori fisiologici del corpo e regolarne l’adattamento ai cambiamenti esterni. La funzione di mediatore è tipica dell’elemento Aria al quale il segno appartiene.

Simbolicamente parlando è il momento giusto per bilanciare gli aspetti individuali e di relazione della nostra vita; la chiave sta nell’attribuire una scala di priorità ai singoli elementi, così da decidere quanto tempo ed energie dedicare a ciascuno di essi.

Molto spesso, ad esempio, vediamo sfumare i nostri progetti per aver indugiato eccessivamente su questioni di poco valore anziché sui veri punti essenziali. Oppure al contrario ne portiamo avanti troppi in parallelo senza dar loro un ordine di importanza, finendo per non concluderne nessuno.
Lo stesso avviene nei rapporti interpersonali, quando rispondiamo indiscriminatamente all’appello di chiunque richieda la nostra attenzione: il risultato logico è di trovarci senza risorse quando ne abbiamo bisogno, o di non averne a sufficienza per assistere chi è importante per noi o versi in seria difficoltà.

Essere dispersivi, concepire soluzioni creative ma poco realizzabili, curare l’estetica penalizzando il pragmatismo e perdersi nel mondo delle idee senza concretizzarle sono alcuni degli aspetti insidiosi della Bilancia dai quali dobbiamo guardarci con attenzione.
D’altro canto, il suo influsso positivo ci insegna l’arte della giusta misura, ossia cercare un rapporto equilibrato tra tutte le istanze che ci vedono coinvolti, imparando a capire quando possiamo cedere spazio e quando invece è necessario conquistarlo o saperlo mantenere prima di scivolare in qualunque eccesso.

E’ proprio in vista del lavoro autunnale di stabilire e armonizzare le proprie priorità che ho pensato di proporre una miscela d’incenso e una breve meditazione proposta da John Matthews nel suo libro “Sciamanesimo Celtico” (ed. L’Età dell’Acquario).

L’incenso si compone di:

  • 2 parti di Sandalo Bianco
  • 1 parte di Mirra
  • 1 parte di Benzoino di Sumatra
  • ½ parte di Dammar
  • ½  o ¼ parte di Patchouli

Pestare tutti gli ingredienti in un mortaio e poi bruciare a pizzichi sul carboncino prima dell’esercizio, se si gradisce anche durante. Le dosi possono essere cambiate a piacimento, naturalmente, e gli ingredienti che mancano possono essere sostituiti o semplicemente tralasciati.

Il diagramma della vita:

Scegliamo un luogo tranquillo, in cui ci sentiamo a nostro agio, e in cui abbiamo la possibilità di rimanere indisturbati per almeno 15-20 minuti o per il tempo che desideriamo dedicare a questa pratica. Se ci fa piacere, possiamo abbassare le luci e accendere una candela quale simbolo della nostra energia che ci proponiamo di equilibrare. Da essa accendiamo il carboncino che posizioneremo nel brucia incenso: se non abbiamo la candela possiamo accenderlo con la fiamma di un accendino, un fiammifero, eccetera.

Bruciamo un pizzico o due dell’incenso che abbiamo preparato, così che il suo fumo aromatico si diffonda gradualmente nell’ambiente. Lasciamo che ci radichi nel presente sciolgiendo le preoccupazioni per il futuro. Ci trasmette pace, obiettività e ci mette in contatto con la fonte della nostra forza.
Cerchiamo ora di rilassarci, seduti o sdraiati, rendendo regolare il respiro; quando ci sentiamo pronti immaginiamoci dinnanzi all’ingresso di una caverna, oppure sul limitare di una radura all’interno di un bosco. Entriamo nell’apertura o camminiamo verso il centro dello spiazzo: l’atmosfera che regna è calma e immobile. Camminiamo fino a giungere in un punto in cui sentiamo di poter guardare la nostra vita in modo obiettivo.

Tutto intorno visualizziamo la presenza di pietre sparpagliate sul terreno, e ognuna reca un simbolo (inciso, dipinto, in rilievo,…) ricollegabile in qualche modo al lavoro, al partner, agli amici, ai nemici, alle speranze e ai desideri… tutti elementi che formano un “modello” della nostra vita.
Iniziamo a raccogliere le pietre, una per una, e riflettiamo senza fretta su ciò che questi blocchi di edificio rappresentano per noi. Come vediamo i nostri rapporti? Il lavoro? I figli (per chi li ha)? Cosa cambieremmo se ne avessimo la possibilità? Quali sono i nostri desideri e le nostre ambizioni, e quanti ne abbiamo realizzati fin’ora? Consideriamo ogni pietra, soppesiamola fra le mani, sentiamo se è in equilibrio oppure se sembra voler rotolare, girarsi, eccetera.

Adesso, prendendoci tutto il tempo necessario, iniziamo a disporre le varie pietre in uno schema che ci piace. Può sembrare facile, ma ci scopriremo a trascorrere molto tempo spostando ciascuna da un posto all’altro prima di stabilire i rapporti esatti. Prestiamo particolare attenzione a quali sono facili da posizionare: forse le fondamenta? Quali sono in posizione centrale nello schema? E quali stanno all’esterno?

Quando abbiamo finito (concedendoci un ragionevole lasso di tempo) studiamoci lo schema finchè non diventi completamente familiare. Osserviamo la maniera con cui certe pietre sono in rapporto fra loro, il modo in cui alcune sembrano meno importanti di altre. Poi, con molta attenzione e lentamente, ritorniamo allo stato di coscienza ordinario e disegnamo lo schema in un quaderno, riportando i simboli come li ricordiamo e/o scrivendo a parole ciò che essi rappresentano.

Conserviamo il disegno per alcune settimane; se e quando necessario ripetiamo la meditazione e osserviamo se e come si è modificato. Che seguiamo o meno lo schema realizzato, abbiamo compiuto un importante passo verso la comprensione della struttura della nostra vita. Può darsi che impieghiamo più energia del necessario in certi aspetti della nostra vita, e meno in altri; è una questione di equilibrio, che dobbiamo per forza affrontare se ci proponiamo di seguire un cammino interiore.

A conclusione dell’esercizio vorrei sottolineare che per me questa meditazione non prevede risultati giusti o sbagliati: stiamo riflettendo sugli elementi che compongono la nostra vita in questo preciso momento, con le esigenze particolari che comporta. Ci saranno periodi in cui il lavoro è al primo posto, altri in cui sono gli amici o i familiari a meritare tutta la nostra attenzione, altri ancora in cui sentiremo il desiderio di creare o consolidare una coppia. Non c’è nulla di male nel concentrarsi a risolvere uno o pochi aspetti alla volta per un certo periodo, mettendo qualcos’altro temporaneamente in secondo piano: questo è il senso e l’efficacia di stabilire le proprie priorità.

L’equilibrio è un processo dinamico composto da molte forze diverse che si manifestano con tempi e ritmi diversi: quando sentiremo di aver bisogno di un nuovo schema, possiamo sempre ripetere la meditazione e ridisegnarlo a seconda delle nostre esigenze, così da ripristinare l’armonia.

Stay (harmony) incensed!

-Eraldo

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